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Ventotene, una sorpresa nel Tirreno
L’isola di Ventotene e l’isolotto di Santo Stefano sono uno straordinario insieme di habitat naturali.
La storia di Ventotene risale a ben 4.000 anni fa ma a segnarla profondamente è soprattutto il suo destino a “isola del confino” in diverse periodi storici. In epoca imperiale viene costruita la villa imperiale augustea, con annesso un porto e una peschiera. Cesare Augusto decide di esiliare sua figlia Giulia e sceglie proprio Ventotene. Giulia è solo la prima di una lunga lista di esiliati. Dopo il I secolo dopo Cristo inizia l'abbandono dell'isola. Nel Medioevo si registra la presenza dei monaci cistercensi, alcuni dei quali mandati al confino perché indesiderati all'Ordine. Così accanto alla chiesetta dove pregavano, c'era un carcere per quelli in esilio. Nel 1772 con Federico IV di Borbone inizia il ripopolamento dell'isola: arrivano ventotto famiglie provenienti da Torre del Greco, Torre Annunziata, Ischia, Napoli, Amalfi e da Gioia del Cilento. Il progetto di urbanizzazione è affidato a Antonio Winspeare e dall'ingegnere Francesco Carpi, che partecipa anche alla costruzione del carcere sull'isolotto di Santo Stefano. La sua storia moderna è legata, ancora una volta, alla funzione di confino politico ma anche di colonia penale fino al 1965, così come di avamposto militare.
Il suo destino l’ha resa una località straordinaria, unico nel suo genere. Da ”isola del confino” a luogo della memoria e “isola d’Europa”.
Assolutamente da vedere è il Carcere borbonico di Santo Stefano sull’isolotto più piccolo di Santo Stefano. Sebbene considerato all’epoca un carcere modello, la sua struttura racconta e sottolinea i contraccolpi psicologici sui carcerati. Davvero interessante è il Centro di ricerca e documentazione sul confino politico e la detenzione, che raccoglie e valorizza il patrimonio documentale relativo alla detenzione e all’internamento. Da visitare infine anche la Tomba di Altiero Spinelli, al confino proprio qui per diversi anni, ricordato per il suo Manifesto di Ventotene, è considerato uno dei testi fondanti dell’Unione Europea.
L’isola di Ventotene e l’isolotto di Santo Stefano sono due piccole perle che racchiudono in pochi chilometri quadrati un patrimonio naturale di straordinaria bellezza. Un ambiente ricco di vegetazione e fauna, un tesoro fatto di mare, costa e soprattutto specie ittiche da preservare e tutelare, insomma una Riserva Naturale e un’Area Marina Protetta. Tappa amata dagli uccelli migratori e nido naturale per oltre 100 specie di uccelli, è un’affascinante meta per fare birdwatching. Un vero incanto, tra cielo, terra e mare. Portate con voi binocolo e macchina fotografica. E anche la muta se siete appassionati di immersione subacquea. Nei fondali scoprirete una vera ricchezza di scenari. Persino navi di epoca romana.
È un’isola talmente ammaliante che alcuni registi italiani l’hanno scelta come set cinematografico per i propri film. Paolo Virzi ha girato sull’isola Ferie d’agosto e Paolo Sorrentino The new Pope. Naturalmente Alberto Negrin non poteva che girare qui il film tv Un mondo nuovo essendo incentrato sull’”avventura” di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Ursula Hirshmann e Ada Rossi nello scrivere il Manifesto di Ventotene.
Anche la gastronomia è capace di stregarvi col suo mix di sapori di terra e mare. Eccezionali le lenticchie (Area del gusto Slow Food) preparate in zuppa, la cianfotta un gustoso stufato di verdure, per non parlare della murena in scapece cucinata con la cipolla rosa di Ventotene.
Ventotene è tesoro tutto da scoprire.
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Si tratta di una salsiccia prodotta con carne rigorosamente tagliata a mano e condita con bucce di arancia tritate e la pitartara, una spezia pregiata coltivata nelle nostre campagne.
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