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Abbazia di Fossanova
A Priverno dovete assolutamente visitare l’Abbazia di Fossanova, il primo complesso monastico cistercense costruito in Italia. È posizionata sulla riva destra del fiume Amaseno, nella pianura Pontina, ai piedi dei Monti Lepini. È così imponente che anche da lontano riuscite a scorgere il suo tiburio a lanterna.
Vi state chiedendo perché è detta “di Fossanova” pur trovandosi a Priverno? Perché l’abitato intorno prende il nome da una cloaca che originariamente era chiamata Fossa Nova.
L’Abbazia, costruita tra il 1163 e il 1208, è un esempio di transizione dal romanico al gotico. La struttura è basilicale e interamente in travertino. La pianta è cruciforme. La chiesa si presenta con una facciata davvero molto semplice e un grande rosone che, in alcune ore del giorno, disegna dei giochi di luce molto suggestivi. Tenete la macchina fotografica o lo smartphone a portata di mano e cogliete l’attimo. Trattandosi di un’architettura cistercense, l’interno della chiesa è quasi completamente spoglio.
Il complesso abbaziale, così com’è oggi, costituito da chiesa, chiostro, Sala Capitolare, refettorio, cucina, infermeria e foresteria, è il rifacimento di un cenobio benedettino.
L’Abbazia raggiunge il suo massimo splendore durante tutto il XIII secolo, mentre il suo declino inizia nel secolo successivo e termina nel XIX secolo con la trasformazione del complesso abbaziale in borgo rurale.
Nel 1274, qui, in una stanza dell’infermeria, muore San Tommaso d’Aquino, ammalatosi durante il suo viaggio verso Lione. Però ahimè non puoi rendere omaggio alle sue spoglie: la sua tomba è vuota. ll suo corpo si trova a Tolosa dalla fine del XIV secolo. Così hanno voluto i domenicani. Oggi nell’ex infermeria si tengono concerti e convegni.
Alla fine della visita, fate una puntatina alla bottega del convento e al piccolo forno davanti l’ingresso dell’Abbazia. Nella prima trovate i prodotti eccellenti fatti dai monaci, perfetti per un’idea regalo, nel secondo dei buonissimi biscotti. Impossibile resistere.
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@t Nicolosi è stata pensata fin da subito come una iniziativa dal potenziale carattere ricorrente, nella convinzione che la continuità della proposta sia un fattore determinante per l’ottenimento di risultati di reale impatto sul territorio. Dunque è stata consequenziale la declinazione di un cartellone di proposte culturali multidisciplinari anche per l’estate 2023
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