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Teatro Fellini
Il Complesso Monumentale del Teatro Fellini di Pontinia è un bene architettonico di fondazione realizzato nel 1934 dall’Architetto Urbanista Oriolo Frezzotti. L’edificio è uno dei pochi insieme al Comune, la Casa del Fascio, il Palazzo delle Poste, la Caserma dei Carabinieri e l’Albergo Pontino, ad “assistere” all’inaugurazione della città. Il Teatro, così come gli altri edifici di fondazione, risulta ubicato col prospetto principale sulla piazza centrale del Comune, centro propulsore delle attività della cittadina. Attualmente la struttura si presenta esteriormente ricoperta in zoccolo da lastre di travertino – compreso il portone d’ingresso e la cornice delle finestre – e intonaco liscio; la facciata risulta nel complesso semplice e lineare, in pieno stile razionalista. Dall’ingresso centrale si accede al foyer, adiacente alla sala teatrale. Di forma rettangolare, la sala si sviluppa su due livelli, platea e galleria. Sul lato corto della sala si estende un palcoscenico a pianta quadrata 9x9 mt circa, sopraelevato rispetto al piano della sala. Alla platea, con una capienza di 220 spettatori, si contrappone una piccola galleria da cui si accede alla cabina di proiezione. Nel piano superiore un corridoio semicircolare, attiguo alla galleria, conduce all’angolo bar e agli uffici. Gli interni rispecchiano, nel complesso, la semplicità e sobrietà degli esterni, con pavimentazioni in graniglia e inserti in marmo. Menzione speciale merita il maestoso sipario scenografato proveniente dal Teatro Bol’šoj di Mosca, precedentemente realizzato dalla fabbrica Russa “Gabriska” nel 1928 messo a disposizione del Teatro che ne era sprovvisto il giorno della sua inaugurazione dal Teatro dell’Opera di Roma Il sipario, unico per il pregio della manifattura, interamente realizzato a mano, ricamato con applicazioni in raso su velluto blu, è una testimonianza del legame che la città ha costruito negli anni con il suo teatro. Recuperato nel 2018 ed oggi perfettamente conservato è tornato in funzione nella sua storica sede. L’attività teatrale vera e propria nacque già alla fine degli anni ‘40 a cura di un piccolo gruppo di abitanti che si costituisce in Filodrammatica: questa attività si consolidò negli anni ‘60 e ‘70 a testimonianza del duraturo legame tra i cittadini ed il loro Teatro. Passato poi a gestione privata, prende il nome di "Cine Teatro Max". Nel 1951 l’edificio viene acquisito dal Demanio dello Stato.
All’inizio degli anni ‘90 Marco Ferreri sceglie di ambientare numerose sequenze del suo film “Diario di un vizio” all’interno del Teatro. Il film, girato tra Sabaudia e Pontinia e rappresenta nella filmografia del maestro Ferreri l’opera più controversa: dirigere Jerry Calà, che in quegli anni era nel pieno della sua carriera di attore comico, in un ruolo drammatico con l’idea di raccontare in maniera volutamente grottesca la storia di un uomo qualunque, un erotomane sempre alla ricerca di figure femminili con le quali intrattenere rapporti erotici, cercando di sfogare quelle che in realtà sono inconfessabili pulsioni edipiche. L'opera venne presentata alla quarantatreesima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino e valse a Jerry Calà il Premio del gotha della critica italiana come migliore attore proprio grazie al ruolo drammatico, al di fuori delle sue consuetudinarie interpretazioni.
Dopo un periodo di inattività torna di proprietà del Comune che nel 2001 compie un importante operazione di restauro cui seguirà l’inaugurazione con il nome di Teatro Fellini. Da allora viene gestito in economia, affidandone l’attività a associazioni e altri enti. Come detto nel 2001 si è attivata un’operazione di recupero della struttura, con una ristrutturazione della facciata esterna e una profonda ristrutturazione della sala e degli spazi interni, il tutto per rispondere alle normative vigenti in materia di sicurezza. Nel 2015 è seguito un restauro conservativo e un adeguamento funzionale della struttura. Nel 2017 la struttura viene messa a bando ad evidenza pubblica e nel maggio 2018 le associazioni Teatro Ragazzi di Latina e Lestra ne ottengono la gestione.
LA MISSION
L’obiettivo dell’attuale gestione è quello di dare alla comunità una struttura che possa colmare il vuoto di offerta culturale che ancora tiene lontana la nostra Provincia dagli standard nazionali. Il progetto si sostanzia della certezza che oggi lo sviluppo dell’impresa culturale rappresenta, soprattutto nel nostro paese, l’elemento prioritario per la crescita, sociale ma anche economica, delle comunità di riferimento. L’intenzione è quella di modificare le abitudini al consumo di cultura rendendo il teatro un luogo ospitale e aperto. Si programma tutto l’anno prosa, danza, musica, teatro per ragazzi, cinema, arte contemporanea, architettura, enogastronomia, folklore: tutto quello che rende il teatro uno spazio per la socialità e il tempo libero senza l’ansia prestazionale che ingenerano i tradizionali “luoghi di cultura” in Italia.
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